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sabato 14 dicembre 2013

Ordo ab chao di Giovanni Guacci - La nostra recensione a cura di Giovanna Albi


ORDO AB CHAO 
di Giovanni Guacci - LUPO Ediziore


Il libro Ordo ab chao di Giovanni Guacci è intelligente e rivela una mente creativa ed eclettica, che padroneggia con disinvoltura  un tessuto narrativo ricco di suspense che ti tiene attaccato alla trama dalla prima all’ultima pagina. Un libro avvincente e duttile in cui non si capisce dove sia  il limite tra fantasia e realtà, quanto sia il parto di una mente allucinata, quale quella di Matteo, e quanto si verifichi in concreto. Matteo, il protagonista ,designer di origine siciliana , vive tra la Milano “da bere” e quella “da fumare”,con tutta la sua esuberanza  soprattutto sessuale; nonostante sia fidanzato con Vale, accetta di buon grado che lei si trasferisca in Spagna  per una specializzazione, agognando una vita libera e disimpegnata sentimentalmente sì da abbandonarsi ai bagordi e alle relazioni pericolose in una Milano convulsa e artificiale .

Si mischia con personaggi corrotti, drogati, come lui, e malavitosi. Il suo lavoro non lo appaga ; è alle dipendenze di un certo Walter che egli disdegna alquanto, ma soprattutto la sua antipatia, ampiamente ricambiata, si rivolge a Carlo, suo collega. Fugge la noia rifugiandosi nel mondo delle sceneggiature, per sviluppare la sua creatività che viene alimentata da sostanze stupefacenti. Un giorno ha un appuntamento importante, deve consegnare un progetto “un intervento dal budget a sei zero”, a questo punto si scatena un putiferio, sia perché i clienti si mostrano irritati dal ritardo , sia perché sono russi. Di qui parte un trhiller che ruota attorno ad un cd che Matteo possiede e che pare di grande valore , nel plot sono  coinvolti diversi personaggi:  Roberto, Marco, Vale, Mani , i Russi, i Giapponesi…tutti sospesi tra sogno e realtà. In verità  alla fine del testo questo discrimine si comprende, ma sta a voi lettori scoprirlo.

Nel libro s’immagina che ci sia un gruppo di menti “illuminate”, che tali non sono, che pensano di gestire il destino dell’intera umanità; è noto che il titolo del libro, Ordo ab chao è il saluto che si usa all’interno delle logge massoniche, che gestiscono gran parte della nostra vita. La massoneria è purtroppo una realtà che si è infiltrata in tutto il mondo occidentale, anche nei piccoli centri urbani; chi ha a che fare con il potere, o a scontrarsi con esso, tocca quotidianamente con mano la forza di questa organizzazione mafiosa. Io ne sono testimone diretta. Ebbene nel testo tutto questo viene a galla, Matteo con la sua vita disordinata è l’incarnazione dell’uomo tecnologico, che pensa di poter vivere senza prendersi cura della sua anima, in realtà diventa prigioniero di se stesso e delle sue stesse sceneggiature. La realtà è illusoria -sembra comunicarci platonicamente l’autore-,è la nostra mente limitata che la concepisce, e facile è scivolare in un intrigo come quello intessuto dall’autore se mettiamo da parte principi etici e filosofici , se rincorriamo il fantasma del benessere economico o assecondiamo in modo selvaggio il nostro istinto sessuale. Matteo che rincorre questi disvalori, rimarrà incastrato dai suoi stessi meccanismi, fino a perdere l’unione anima-corpo in una sorta di delirio schizofrenico. Forse l’autore vuole descrivere, secondo la mia interpretazione, fino a che punto un uomo possa ammalare in questa realtà tecnologica del benessere ad ogni costo, in cui non c’è posto per la metafisica , per la cura dell’anima , intesa secondo i dettami della filosofia platonica e della filosofia orientale, dalla quale l’autore è affascinato. Tutto è illusione, la stessa vita lo è, come la morte, la morte …questo fantasma della mente da cui l’uomo cerca di distrarsi inseguendo fatui significati di una esistenza di non senso. Trovo molto leopardiana questa percezione della morte , anche per il genio di Recanati la vita con le sue illusioni è una fuga dalla morte, quella morte così temuta nella civiltà occidentale, ma così esaltata nelle filosofie orientali sciamaniche e tibetane. 

La verità non sta a noi decifrarla, tutto è indeterminato ed infinito; la stessa fisica quantistica va in questo senso e il libro getta un ponte tra fisica ed oriente come nel celeberrimo testo di Capra, premio Nobel per la fisica, Il tao della fisica, edito da Adelphi, un libro rivoluzionario che ha ribaltato il modo occidentale kantiano di intendere il mondo sensoriale.


Giovanna Albi


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