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mercoledì 4 dicembre 2013

"LE COSE COME STANNO" di Tina Caramanico - la recensione di Giovanna Albi per "scritturati"


LE COSE COME STANNO
di Tina Caramanico - Officine Editoriali

Elena, donna separata, è totalmente assorbita dal suo lavoro, per fortuna c’è Michela che fa la tata e la sostituisce egregiamente nelle cura della casa e del lavoro; ma la notte sogna di tornare mamma e di dedicarsi alla cura dei figli, per i quali ormai è un estranea, mentre Michela è la loro vera mamma, quella Michela che si prende cura di loro pensando al suo Misha, il figlio lontano… Zia Amalia è zitella e vive schiava dei pregiudizi della sua condizione, tutti  mal la sopportano, tranne la protagonista, sua nipote,che ne è assolutamente entusiasta; muore anzitempo e nessuno la piange perché è zitella, ma in realtà lei ha un segreto… ”Certo, rimasta sola sarà stata distrutta, Zia Amalia, sarà stata disperata. Ma qualche cosa di dolce e di buono quell’avventura nell’ignoto, quel sentimento scervellato io credo che in  lei lo abbia lasciato. Io so che nelle amarene e nelle storie di zia Amalia c’era molto amore e c’era allegria. 

Da qualche parte della sua vita e della sua memoria dovrà pur  averli presi”.Maddalena è un’adolescente, con tutti i problemi connessi allo sviluppo ormonale, ribelle , crea difficoltà in famiglia, ma rimane sconvolta dalla morte del suo pesciolino rosso, rivelando tutta la sua fragilità, mentre sta crescendo e le mestruazioni questo mese non sono arrivate… Oggi è l’ultimo giorno di scuola, Alice si sente in una dimensione estremamente positiva, sceglie abbigliamento e trucco , è contenta e sicura di sé, poi scopre di avere un brufolo, di quelli depurpanti, addio appuntamento con Mirko. Si nasconderà nel bagno quando la verrà a cercare. Settembre… i brufoli sono peggiorati, ma  da una tragedia può nascere una sonora risata… Alessia ha perso un bambino all’undicesima settimana, vive così con ansia indescrivibile la seconda gravidanza, certa che le succederà di nuovo; alla visita ginecologica si vede in ecografia una femminuccia… ”Alessia ora, seduta sul lettino, mescolava riso e singhiozzi, disperazione e felicità. E la dottoressa, senza starci troppo a pensare, fece una cosa che non le era mai venuta in mente di fare, in vent’anni di professione, con nessun’altra paziente: la abbracciò”…

Nove racconti che si dipanano così come sto rappresentando , storie comuni di gente di tutti i tipi: la donna in carriera, la zitella, l’omosessuale, l’adolescente ribelle e quella perfetta, l’uomo in grigio di fronte al mare, l’italo-australiano che ritorna, il medico intriso di rabbia. Nove racconti brevi, anche brevissimi, che con stile incisivo per il carattere essenziale e lapidario ti scavano dentro l’animo , ti mettono a nudo, ti scarnificano , ti destrutturano quelle poche certezze di cui ci ammantiamo per non disvelarci nella nostra verità più autentica. Le storie sono diverse tra le di loro, alcune ti lasciano sospeso e vorresti sapere come vadano  a finire, ma poi capisci che il filo rosso della narrazione è la precarietà dell’esistenza umana, come precario è il tessuto dei racconti che vivono in una dimensione sospesa in sintonia con l’anima del lettore e probabilmente dell’autrice che ha lo scopo di scoprire la verità che per definizione resta nascosta tra le pieghe della vita. Così i personaggi si rivelano diversi da quello che pensavano di essere, a volte anche migliori delle aspettative, ma tutti in ogni caso smascherati, disillusi, posti di fronte a quella verità che si apre ai loro occhi come dopo la caduta del velo di Maya. Ma lo specchio della nostra anima ci inganna e ci fugge, e questo spiega la brevità dei racconti, perché i protagonisti sono persone vere, persi nella loro quotidianità che  nella frazione di un momento si rivelano a se stessi nei loro punti di forza e di fragilità. Il “conosci te stesso” ha sempre qualcosa di tragico, e una venatura tragica l’ho avvertita leggendo e mi sono ricordata delle famose parole di Edipo re: “ Nella frazione di un giorno ti rivelerai a te stesso”.
Giovanna Albi


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