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mercoledì 4 dicembre 2013

Cristina Biolcati incontra per "scritturati" NICOLETTA STECCONI - la sua intervista

INCONTRO CON NICOLETTA STECCONI
a cura di Cristina Biolcati

“Scritturati” dà il benvenuto a Nicoletta Stecconi, una scrittrice di origini romane che, nel 2012, ha pubblicato con la casa editrice Edizioni Leucotea il suo romanzo d’esordio “Ragnatele invisibili”.
Nicoletta ama leggere e scrivere e, nel tempo libero, scrive recensioni sul suo blog. È stato proprio in occasione del Concorso per una recensione al racconto “L’ombra di Luca” organizzato dalla sottoscritta, che “Scritturati” ha avuto il piacere di conoscere l’autrice. Il 20 novembre infatti, il concorso si è concluso e Nicoletta Stecconi è risultata una delle tre vincitrici.

Ciao Nicoletta, grazie per essere qui. Complimenti per la tua vittoria al concorso e per la bella recensione che hai scritto! Sul tuo blog ti occupi appunto di recensioni. Come nasce in te questa passione? Il tuo interesse volge ad autori classici oppure emergenti?
Ciao “Scritturati”, piacere mio! Ho iniziato a scrivere recensioni per gioco e facendolo mi sono accorta che scrivere sulle letture mi aiutava a conservarne per intero le emozioni … allora non ho smesso più. Adoro i classici come anche la letteratura contemporanea di cui apprezzo in particolare Palahniuk, la Mazzucco, Erri De Luca, e leggo con piacere gli esordienti. Mi è capitato di leggere esordienti che meriterebbero di vendere moltissime di copie, ma purtroppo si sa: l’editoria segue la fredda legge del mercato che tutto dispone. Anch’io sono un’esordiente e sul mio primo romanzo ho ricevuto riflessioni belle e profonde, delle quali vado orgogliosa.
 Ho letto  che una mattina, all’alba dei tuoi 40 anni, ti sei svegliata con un’ impellente esigenza di scrivere. E da lì, la scommessa con te stessa che “da grande” avresti fatto la scrittrice. Cosa ricordi di quel periodo?
Sì, diciamo che la cosa così espressa mi diverte parecchio e spero diverta anche gli altri, insomma a 40 anni sognare cosa diventare da grandi è tutto dire … Ricordo che avevo necessità di un forte cambiamento, il cambiamento però ce l’avevo già dentro, scrivendo è uscito fuori.

Hai all’attivo numerose pubblicazioni di racconti e poesie in antologie, hai vinto alcuni premi letterari. A quale di questi ti senti più legata? Quale ti ha fatto più piacere?
La soddisfazione più grande è stata rientrare per due anni consecutivi tra i finalisti del Premio letterario ‘Speciale Donna’, promosso dalla Biblioteche di Roma e dalla Provincia di Roma, sia per la finalità morale del Premio dal significato umano molto importante, sia perché i racconti erano incentrati sulla ‘Donna’, vista come figura di impegno civile e sociale. Sì, grande soddisfazione personale.

Arriviamo al tuo libro, “Ragnatele invisibili”. Di cosa parla e come mai hai scelto proprio questo titolo?
Mi piace definirla una storia d’amore e d’odio, e di vita corrente. Forse la qualità in assoluto più apprezzata è la possibilità d’identificazione tra lettore e i diversi personaggi nella condivisione di eventi ed emozioni comuni. Il titolo mi è venuto alla fine, durante una delle mie notti insonni. Pensavo appunto agli incontri, all’apparenza casuali, che legano persone lontane, quei fili immaginari che intrecciando esistenze diverse determinano i destini degli uomini.

Quanto di autobiografico c’è nei tuoi personaggi?
Nulla se per autobiografico si intende il senso stretto del suo significato, moltissimo se penso che alcuni personaggi, come il vecchio scrittore e la stessa Francisca, incarnano simbolicamente la necessità di cambiamento della quale avevo sentito l’urgenza quella famosa mattina ... all’alba dei miei quarant’anni. Poi ci sono le storie legate agli eventi della seconda guerra mondiale nel rione San Lorenzo a Roma, e lì ci sono i racconti dei miei genitori e l’atmosfera che ancora si respira in quel quartiere, che hanno accompagnato la mia infanzia.

A quali scrittori ti ispiri, o comunque ami solitamente leggere?
Ogni volta che mi innamoro di un libro e quindi del suo autore, me ne sento ispirata fortemente, in maniera quasi patologica! Ultimamente sono molto legata a Murakami Haruki, di cui condivido l’esigenza di indagare la coscienza umana, lui che è così bravo con le sue ambientazioni surreali eppure così allegoricamente vere. (Gli ho proposto un matrimonio per procura, ma ho saputo che non capisce una parola di italiano: non è destino!)

 A chi consiglieresti la lettura del tuo libro?
Ho sempre sostenuto che Ragnatele invisibili fosse una lettura al femminile, eppure anche numerosi uomini lo hanno letto sentendosi piacevolmente coinvolti nella storia, quindi forse non è una lettura di genere. Quindi, lo consiglio a tutti anche solo per valutare personalmente se piace o no.

 Progetti per il futuro?
Ho un secondo libro quasi finito. È una storia diversa ambientata in un futuro abbastanza prossimo, distopico direi, una storia un po’ surreale anche se ricca di forti riferimenti alla realtà contemporanea. Ci sto lavorando su. Spero di poterlo pubblicare presto.

 A chi dedichi i tuoi successi Nicoletta?
Ai miei figli, alle mie sorelle, ai miei genitori.

La nostra chiacchierata con Nicoletta Stecconi è giunta al termine. Nel salutarla e nel farle tanti in bocca al lupo per la sua attività di scrittrice, le chiediamo quale omaggio abbia pensato per i nostri lettori.
Regalo un fiore ad ognuno di voi,  e se volete potete dare un’occhiata al sito del mio libro: http://nicolettastecconi.wix.com/ragnatele-invisibili
Grazie!




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