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venerdì 14 dicembre 2012

Jacopo Burzacchi a "scritturati"

INCONTRO CON JACOPO BURZACCHI
a cura di Vincenzo Monfregola


Raccontiamo ora di un giovane autore, poeta ma solo perché non sa cantare, lui si chiama Jacopo Burzacchi, benvenuto è bello ritrovarti qui e piacevole è l'idea ci "raccontarti" ai nostri lettori; bene nasci a Vignola nel 1992… Scopri di essere autore quando?
Ho sempre scritto non tanto per fare “qualcosa” piuttosto per sfogarmi o perché mi veniva in mente una cosa da dire, da scrivere… scrivo quando mi passa qualcosa per la testa, altrimenti non perdo neanche tempo: quando uno si sforza di “buttare giù” un testo, si vede… E per risponderti alla domanda… sai che non lo so? Perché avevo scritto testi di canzone anche tempo fa, quando ne avevo quattoridici anni… e non erano testi su Dragon Ball o cazzate del genere: erano comunque testi su argomenti che mi prendevano molto… Ma non ero mica un bambino prodigio eh! Mi hanno anche bocciato, quindi tutti possono scrivere. Basta che l’argomento ti prenda, che ti stia a cuore, e vedrete che tanto schifo non farà. Almeno si spera così, no?




Credi nei sentimenti e non sopporti le ipocrisie di questo paese, l'Italia… bigotto il "potere" o bigotti gli italiani?
Qua si dice: “da un pir an nas mia un pomm” che vuole dire “da un pero non nasce una mela”. Bigotta l’Italia e bigotti gli italiani. Se vai a Bologna, Milano, Firenze, Roma è già diverso… ma per la maggiorparte l’Italia è “paese”. Una nazione paesana. Soprattutto come mentalità. Parlare di omosessuali fa quasi paura, schifo. E non tiriamo fuori l’argomento “adozioni” oppure “matrimonio” gay, perché qui la gente proprio non ci vede più: e non serve nemmeno una “fiesta”, per dirla così. Ma il problema è che già nelle scuole troviamo insegnanti bigotti e stupidi: hanno studiato e ne sanno molto più che me e voi, ma studiare non rende le persone intelligenti, le accultura e basta. La scuola italiana è per la maggior parte gestita da idioti con una laurea, che si scandalizzano su certi argomenti e sono totalmente ignoranti una volta usciti dal loro “campo”. Sono “fuori dal mondo” e non sanno neanche che ne esista uno, perciò la vedo grigia.

Secondo Jacopo Burzacchi l'uomo, oggi,è distratto, si sta perdendo qualcosa? Se sì da cosa è distratto?
Eh, si sta perdendo il mio libro! Affrettatevi che se poi faccio il “sequel” non capite l’inizio!
No va be’, sto scherzando. Però la gente non è molto attenta. O meglio, lo è in modo piuttosto limitato. L’italiano medio è attento ai risultati delle partite per vedere se combaciano con la schedina, oppure è attento alla serie TV dopo il telegiornale, è attento a vestirsi e a truccarsi magari. Ma quando poi vediamo che qualcuno sta condannando in ogni modo possible l’economia italiana…insomma:  non gliene frega un cazzo a nessuno. Nessuno si preoccupa delle aziende che chiudono. Hanno tutti le solite scuse: “non c’è lavoro” oppure “ma tanto cambierà”. E va bene che c’è la crisi, ma finché tutti vorranno lavorare su una poltrona di vera pelle senza avere ne competenze ne meriti specifici non so quando e  come si possa uscire da questo periodo. Anche perché il lavoro c’è, per quell che vedo mancano i lavoratori.
 

2012 edito "Qualcosa… poesie (perché non so cantare) Edizioni Albatros il Filo, una raccolta di testi con toni attuali, un libro fresco, giovane con temi attuali e anche comuni, poesie o canzoni?Si, è uscito qualche mese fa… e a dirla tutta non è neache pensato come un libro. E’ diviso in diversi capitoli (ma non mi ricordo quanti di preciso), e ad ogni capitolo è stato dato un titolo ed un sottotitolo che spiega il genere di poesie in esso contenute. A me non è mai piaciuto fare “I compiti in più”, infatti non l’ho suddiviso per bellezza. Io vedo nelle canzoni, non le mie, in tutte, delle risposte: ci sono momenti che ti senti uno schifo e senti una canzone che dice una frase che… tac! Tocca nel punto giusto e te ne innaomori: ed una cosa così vale più di mille discorsi. Questo è il potere delle canzoni, e anche delle poesie, che sono canzoni senza musica. Quindi, se vi capitasse in mano il mio libro, non affrettatevi a leggerlo, non ha senso. Se un giorno magari siete incazzati con qualcuno be’: c’è il capitolo “CRITICHE”… o se vi siete innamorati c’è la sezione “AMORE”… ma mica roba da latte alle ginocchia eh! Amore sotto ogni punto di vista: dalla storia per sempre alla botta e via…
 

Quanto sei soddisfatto di questo lavoro? 
Molto. Ma secondo me è più soddisfatta mia madre che me. Io scrivo, e sono soddisfatto quando ne scrivo una bella. Quelle 52 che ho pubblicato le avevo già scritte, le conoscevo già. E’ stata una sopresa… ma non più di tanto. Non che io me lo “aspettassi” di essere stampato, non sono presuntuoso, anzi: non ci credevo nemmeno. E pensare che mi hanno “obbligato” a provare ad inviare il materiale, perché se era per me rimaneva tutto qui nella cartella “Poesie” del mio computer.
Sono più soddisfatto per aver visto, dopo l’uscita del libro, la faccia della prof che mi dava sempre quattro che non per me stesso, e penso che sia normale.

Guardando nello specchio c'è riflessa la tua anima che urla… cosa vuoi che arrivi al tuo lettore? 

Quello che penso. Ma purtroppo in una poesia possono esserci molti più significati, ed è difficile che il lettore capisca proprio da cosa è nato quell testo e perché è stato scritto. Per questo io voglio essere il più diretto possibile. Io dico quello che penso e scrivo quello che penso, ma soprattutto penso quello che scrivo e dico. A differenza di quaraqquaqua vari. Se qualcuno volesse conoscermi meglio può farlo: ho creato su facebook un’apposita pagina all’indirizzo www.facebook.com/burzacchi.jacopo  dove quando ho sia voglia che tempo pubblico qualcosa che mi passa per la testa.
 

E' nostro solito chiudere l'intervista in modo del tutto personale, a seconda dell'ospite, tu cosa ci regali? Intanto ci pensi, ti ringrazio per il tempo che hai dedicato a tutti noi "raccontandoti" , alla prossima Jacopo! 
Visto che tra poco è natale, io ho proprio scritto “Natale in famiglia”, che fra l’altro è contenuta nel libro… è anche una delle prime... Ciao e Buone Feste a tutti, ai belli ma anche ai brutti. Jacopo.




NATALE IN FAMIGLIA

Via con le feste in famiglia

Via col Natale e la vigilia
Via con due ore di cenone
Via con un’estenuante sopportazione…

Via con le facce poco viste
Via che bastano lo stesso…
E ne faresti volentieri a meno!

Via con le domande dei parenti
Le stesse ogni volta
Via con le risposte
E nessuno che poi ti ascolta

Via col bere e col mangiare
Via… no, stai seduto! Non vuoi finire?
Non vuoi scoppiare?
Devi mangiare! Devi apprezzare!
Anche se ormai sei pieno e fa tutto cagare…

Ridono e parlano di niente
Ridono e parlano… ma poi?
Poi non si aiutano
Ma ridono e parlano, scherzano
Però fuori si infamano
Ma adesso giocano!
C’è qualcosa che non va…

Via che è ora
Via che si aprono i regali
Via che bisogna fare bella figura
Qui si è persone migliori, solo se si spende di più
Solo se il regalo comprato era quello che volevi tu
Questo è quello che conta
Se poi ti rompi una gamba e nessuno ti aiuta, cosa c’entra?!

Via che si va!
Via che è finita
Finalmente liberi!
Per fortuna è finita… il regalo più bello!



Qualcosa... poesie (perchè non so cantare)
Jacopo Burzacchi esordisce con Qualcosa... poesie (perché non so cantare), un titolo che è già un programma poetico. Come lui stesso rivela nella sua breve introduzione, non sapendo cantare decide di esprimersi con i versi.
Direttamente dall’introduzione il pensiero in proposito dello scrittore: “Mi spiego un po’ meglio: di fatto sono poesie... non sono di certo testi in prosa! Ma io le vedo come una via di mezzo fra canzone e poesia...”.
Infatti la sua è una poesia spontanea, liberatoria basata sulla rima e l’iterazione, per risaltare meglio i concetti espressi, perché è questo il bisogno primario dell’autore e ciò lo notiamo anche dalle tematiche.
Ci propone una raccolta molto variegata dove i temi fondamentali sono: la questione sociale, la politica, la società, l’amore, e i problemi dei giova- ni. La parte finale dell’opera racchiude delle poesie meno impegnate e più scherzose.

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